IL DOLORE DEI COBAS PER LORENZO: UN NOSTRO STUDENTE MORTO NELLA SCUOLA-AZIENDA
La morte di Lorenzo Parelli, studente di Udine, ci ha lasciato sbigottiti, addolorati, spezzati dal dolore. Il nostro primo pensiero va alla famiglia e agli amici, ma interroga anche pesantemente tutto quel mondo della scuola che ha accolto acriticamente la pratica di allontanamento di giovani studenti e studentesse dalle aule scolastiche per metterli a disposizione come manovalanza di aziende private. L’incidente si è verificato in un centro di formazione professionale, ma avrebbe potuto capitare in qualsiasi scuola secondaria, da quando la controriforma renziana ha imposto l’obbligatorietà dei percorsi scuola-lavoro.
Gli ottusi o interessati cantori dell’Alternanza Scuola-Lavoro (ipocritamente ribattezzata PCTO-Percorsi per le competenze Trasversali e l’Orientamento) oggi restano in silenzio: d’altronde, Ministro della (dis)Istruzione è l’entusiasta Bianchi, che ha addirittura pensato di estendere questa attività nelle primarie affiancando fin dai sei anni un tutor che avvii bambini e bambine al mondo del lavoro (sarebbe un’operazione perversa di descolarizzazione di massa).
La malascuola renziana ha introdotto questa attività rigorosamente obbligatoria nel percorso di istruzione scolastica con il fine malcelato di insegnare alle giovani generazioni le basi fondamentali (ideologiche e pratiche) del mondo del lavoro nell’epoca del neoliberismo trionfante: precarietà, dequalificazione, sfruttamento e, compreso nel pacchetto, la (mancanza di) sicurezza. È questa una delle piaghe che colpisce da anni lavoratrici e lavoratori a ritmi assurdi, con più di tre incidenti mortali al giorno, tanto da farci dire che non si tratta di “incidenti”, ma di un vero e proprio rischio calcolato dalle aziende per imporre ritmi e organizzazione della produzione insopportabili.
Nella scuola, soprattutto negli istituti tecnici e professionali, questa pratica ha messo a disposizione delle aziende sui territori centinaia di migliaia di giovanissimi che, con la giustificazione di imparare il mestiere, introiettano la concezione dominante per cui è una fortuna trovare un impiego anche se i diritti (salariali, contrattuali, di orario e organizzazione) devono essere sacrificati in nome di una produzione finalizzata ai profitti privati piuttosto che a soddisfare i bisogni sociali di tutta la cittadinanza.
Ricordiamo tutti gli esempi di sfruttamento intensivo assurti a “eroi” nella comunicazione pubblicitaria: Renatino che lavora H24 e non ha mai fatto un giorno di ferie, Mohamed felice di lavorare in Amazon. Sono esempi di propaganda che mostrano la bellezza dello sfruttamento, ma non la perdita dei diritti conquistati nella seconda metà del secolo scorso a suon di lotte.
L’ASL, insieme agli stage gratuiti e al sotto inquadramento degli apprendisti, costituisce la nuova frontiera del mercato del lavoro, in cui lo scambio non è più tra forza lavoro e salario, ma tra lavoro e formazione, reale o presunta che sia. Spesso si tratta di lavoro gratuito tour court, un ossimoro anche da un punto di vista costituzionale. L’art. 36 prevede che il lavoratore ha diritto ad una retribuzione, che “… in ogni caso garantisca a sé e alla sua famiglia un’esistenza libera e dignitosa”. La funzione valoriale dell’ASL e degli stage è qui evidente: formare i giovani all’idea di un lavoro senza diritti. E che la scuola pubblica, ma anche la formazione professionale regionale, svolgano una funzione del genere è scandaloso.
Solo il movimento studentesco, che sta rialzando la testa dopo due anni di reclusione psicologica, denuncia l’ASL/PCTO come una malapratica da abolire, per riportare nelle aule (da ampliare, ristrutturare e rendere accoglienti) studenti e studentesse: non si migliora la scuola allontanando dall’istruzione, ma rendendo migliore la scuola eliminando le classi-pollaio, aumentando gli organici e attrezzando laboratori e aule di strumenti adeguati e ammodernati.
Come Cobas CHIEDIAMO al ministero:
- Sospensione immediata di tutti i percorsi di scuola lavoro nell’anno in corso
- Abolizione del PCTO nelle scuole e revisione dei percorsi formativi nei centri di formazione professionale
- Stop allo sfruttamento di lavoro non retribuito sotto forma di stage gratuito
- Sostituzione dell’addestramento al lavoro con la riflessione critica e la formazione approfondita sui diritti e sulla sicurezza sul lavoro
- Formazione specifica al lavoro a carico delle aziende dopo la fine dei percorsi di studio e formazione
- Ammodernamento dei laboratori esistenti nelle scuole e dotazione strumentazione necessaria
- Miglioramenti reali nelle scuole: eliminazione classi-pollaio, aumento degli organici docenti e ATA
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