Cultura militare sempre più diffusa nelle scuole di ogni ordine e grado, segnalazioni da tutta Italia su incontri ed eventi conoscitivi

L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole, promosso anche dai Cobas Scuola e dal CESP e presentato a Roma il 9 marzo scorso presso la sala stampa della Camera dei Deputati, continua nella sua attività di monitoraggio dei rapporti, sempre più stretti, tra forze armate e scuole di ogni ordine e grado, denunciandone l’assoluta incompatibilità.

A questo proposito l’Osservatorio in occasione del centenario dell’Aeronautica Militare, che sarà celebrato il 28 marzo prossimo, chiede con forza che le tante scuole purtroppo coinvolte nei festeggiamenti ritirino la loro partecipazione e che le famiglie e i docenti sensibili all’educazione alla pace prendano una netta posizione in tal senso, risparmiando ai loro studenti e studentesse, bambine e bambini una giornata che metterebbe in secondo piano quanto di buono quotidianamente viene portato avanti all’interno delle aule scolastiche

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IL MINISTRO VALDITARA SI DIMETTA

Chiediamo le dimissioni del Ministro Valditara in seguito ai fatti di Firenze

I fatti di Firenze ci fanno inorridire. L’aggressione da parte di Azione Studentesca ai danni degli studenti del Michelangiolo ci riporta indietro verso le pagine più buie della nostra storia recente.  

Si tratta di fatti inaccettabili, da condannare senza riserve. 

Davanti a un episodio di tale gravità il Ministro Valditara, invece di procedere a censurare quanto accaduto e prendere una decisa posizione contro chi agisce ricalcando i metodi squadristi del ventennio, ha pensato bene di contestare la lettera in cui la dirigente scolastica del liceo Da Vinci, Annalisa Savino, ha messo in guardia contro i pericoli derivanti dalle violenze neofasciste definendola un’iniziativa impropria e strumentale. 

Spingendosi oltre, il Ministro ha proceduto addirittura a negare i sempre più evidenti rigurgiti neofascisti che sono quotidianamente sotto lo sguardo di tutti. Un passaggio decisamente imbarazzante. 

Non solo: il ministro dichiara pure di essere pronto a prendere le dovute misure nel caso in cui un tale atteggiamento di denuncia dovesse persistere. Siamo oltre il limite della decenza.

Esprimiamo la nostra solidarietà alla dirigente scolastica Annalisa Savino del liceo Da Vinci e ribadiamo con forza che dentro e fuori dalle nostre scuole nessuno spazio può essere concesso a chi si richiama alla criminale ideologia fascista. Invitiamo tutti e tutte a sottoscrivere la petizione lanciata da priorità alla scuola al seguente link:

http://bit.ly/3YYRO5q

Il silenzio prima e le dichiarazioni poi di Valditara a proposito degli episodi avvenuti a Firenze lo squalificano senza appello e lo rendono ai nostri occhi non idoneo a ricoprire l’incarico di Ministro di una Repubblica nata dalla Resistenza e radicata nell’antifascismo. 

Chiediamo quindi le dimissioni del ministro Valditara

PRESENTAZIONE DELL’OSSERVATORIO CONTRO LA MILITARIZZAZIONE DELLE SCUOLE

Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole

Giovedì 9 marzo alle ore 12.00 presso la Sala stampa di Montecitorio

conferenza stampa per il lancio dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole.

Nei mesi scorsi si è costituito in Italia l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole, in seguito al quale è nato un appello i cui firmatari/e si prefiggono una decisa e costante attività di denuncia di quel processo di militarizzazione delle nostre istituzioni scolastiche già in atto da troppo tempo nel nostro Paese.

Le scuole stanno sempre più diventando terreno di conquista di una ideologia bellicista e di un controllo securitario che si fa spazio attraverso l’intervento diretto delle forze armate (in particolare italiane e statunitensi) declinato in una miriade di iniziative tese a promuovere la carriera militare in Italia e all’estero, e a presentare le forze armate e le forze di sicurezza come risolutive di problematiche che pertengono alla società civile.

Questa invasione di campo vede come protagonisti rappresentanti delle forze militari addirittura in qualità di “docenti”, che tengono lezioni su vari argomenti (dall’inglese affidato a personale NATO a tematiche inerenti la legalità e la Costituzione) e arriva a coinvolgere persino i percorsi di alternanza scuola-lavoro (PCTO) attraverso l’organizzazione di visite a basi militari o caserme. Il tutto suffragato da protocolli di intesa firmati da rappresentanti dell’Esercito con il Ministero dell’Istruzione, gli Uffici Scolastici Regionali e Provinciali e le singole scuole.

Smilitarizzare le scuole e l’educazione vuol dire rendere gli spazi scolastici veri luoghi di pace e di accoglienza, opporsi al razzismo e al sessismo di cui sono portatori i linguaggi e le pratiche belliche, allontanare dai processi educativi le derive nazionaliste, i modelli di forza e di violenza, l’irrazionale paura di un “nemico” (interno ed esterno ai confini nazionali) creato ad hoc come capro espiatorio. Smilitarizzare la scuola vuol dire restituirle il ruolo sociale previsto dalla Costituzione italiana.

L’iniziativa sarà presentata giovedì 9 marzo alle ore 12.00, presso la sala stampa di Montecitorio in Roma. Nel corso dell’incontro sarà reso noto il primo report prodotto dall’attività messa in campo dall’Osservatorio su impulso del CESP (Centro Studi per la Scuola Pubblica), ente promotore nell’ultimo anno di una serie di convegni per denunciare il costante incremento delle spese militari e della circolazione di armi.

Alla conferenza stampa saranno presenti studenti delle scuole superiori insieme a Rosa Siciliano, direttrice editoriale di «Mosaico di Pace», Antonio Mazzeo, docente e Peace Researcher, Angelo d’Orsi, storico e giornalista, già ordinario Università di Torino, Mario Sanguinetti, Cobas Scuola, della Tuscia, Roberta Leoni, docente, Cobas Scuola della Tuscia, Michele Lucivero, giornalista, docente CESP-COBAS Scuola Bari.

Contatti e sottoscrizione appello:

osservatorionomili@gmail.com

Pagina Facebook: osservatoriocontrolamilitarizzazionedellescuole

Primi/e firmatari/e

1. Serena Tusini, docente, Cobas Scuola Massa Carrara

2. Ludovico Chianese, docente, Cobas Scuola Napoli

3. Antonio Mazzeo, docente, peace researcher

4. Angelo d’Orsi, storico e giornalista, già ordinario Università di Torino

5. Costanza Margiotta, Priorità alla Scuola

6. Tano D’Amico, fotografo

7. Alex Zanotelli, missionario comboniano

8. Fulvio Vassallo Paleologo, già docente di Diritto di asilo, Università di Palermo, e vice presidente ADIF (Associazione diritti e frontiere)

9. Alessandro Portelli, già ordinario di Letteratura angloamericana, Università di Roma La Sapienza

10. Tomaso Montanari, rettore dell’Università per Stranieri di Siena

11. Donatella Di Cesare, ordinaria di Filosofia teoretica, Università di Roma La Sapienza

12. Lucio Russo, matematico, Università Tor Vergata

13. Carlo Rovelli, fisico e saggista

14. Romano Luperini, critico letterario

15. Geminello Preterossi, filosofo del diritto e della politica

16. Rosa Siciliano, direttrice editoriale di “Mosaico di pace”

17. Giovanni Carosotti, docente

18. Ilenia Badalamenti, docente, Cobas Scuola Pisa

19. Giuseppe Burgio, docente di Pedagogia generale e sociale, Università di Enna “Kore”

20. Sara Conte, docente, Cobas Scuola Grosseto

21. Massimiliano Andretta, associato di Scienza politica, Università di Pisa

22. Anna Angelucci, docente, Roma

23. Stefania Arcara, Dipartimento di Scienze Umanistiche, Università di Catania

24. Rossana Barcellona, docente, Università di Catania

25. Tindaro Bellinvia, ricercatore, Università di Messina

26. Cesare Bermani, storico

27. Barbara Bertani, docente, Reggio Emilia

28. Mauro Biani, disegnatore satirico

29. Marco Bistacchia, C.E.L. di lingua italiana, Università di Pisa

30. Stefano Bufi, docente, Cobas Scuola Molfetta

31. Silvano Cacciari, antropologo, Laboratorio di Cyber Security e Relazioni Internazionali (CIRLab) del Polo Universitario Città di Prato – PIN

32. Enrico Calossi, docente di Relazioni internazionali, Università di Pisa

33. Cristina Cassina, associata di Storia delle dottrine politiche, Università di Pisa

34. Marco Celentano, docente di Etica e di Filosofia morale, Università di Cassino e del Lazio Meridionale

35. Salvatore Cingari, Dipartimento di Scienze umane e sociali internazionali, Università per Stranieri di Perugia

36. Catia Coppo, docente, Cobas Scuola Terni

37. Franco Coppoli, docente, Cobas Scuola Terni

38. Miguel Mellino, associato di Antropologia culturale, Processi identitari e scenari globali, Studi Postcoloniali e Relazioni Interetniche, Università L’Orientale di Napoli

39. Andrea Cozzo, ordinario di Lingua e letteratura greca, Università di Palermo

40. Antonino De Cristofaro, docente, Cobas Scuola Catania

41. Ernesto De Cristofaro, docente presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Catania

42. Fabio de Nardis, ordinario di Sociologia politica, Università di Foggia

43. Giovanni Di Benedetto, saggista e docente liceo Vittorio Emanuele II, Palermo

44. Candida di Franco, docente, Cobas Scuola Palermo

45. Enrico Di Giacomo, giornalista, direttore di Stampalibera.it

46. Salvatore Distefano, presidente Associazione Etnea Studi Storico-Filosofici

47. Gabriella Falcicchio, Dipartimento di Scienze della Formazione, Psicologia, Comunicazione, Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”

48. Giuseppe Follino, docente, Cobas Scuola Grosseto

49. Loredana Fraleone responsabile scuola, università e ricerca, Partito della rifondazione comu-nista-Sinistra europea

50. Elena Gagliasso, docente di Filosofia della Scienza al Dipartimento di Filosofia, Università di Roma La Sapienza

51. Gloria Ghetti, docente, Faenza

52. Marcello Ghilardi, docente di Estetica, Università di Padova

53. Nella Ginatempo, sociologa

54. Salvatore Giuffrida, PO di Geometria, in ritiro, Catania

55. Eric Gobetti, storico del fascismo e della Resistenza

56. Elisabetta Grimani, docente di lettere, Cobas Scuola Terni

57. Donatella Guarino, docente, Cobas Scuola Napoli

58. Irene Landi, CEL di lingua italiana, Università di Pisa

59. Simona La Spina, docente, Cobas Scuola Catania

60. Rossella La Tempa, redazione “Roars”

61. Roberta Leoni, docente, Cobas Scuola della Tuscia

62. Simona Loddo, docente, Cobas Scuola Cagliari

63. Riccardo Loia, docente, Cobas Scuola Varese

64. Michele Lucivero, docente, giornalista, Cobas Scuola Molfetta

65. Laura Marchetti, docente di Didattica generale all’Università Mediterranea di Reggio Calabria, e docente di Didattica delle culture all’Università degli Studi di Foggia

66. Federico Martino, già ordinario di Storia del diritto italiano, Università di Messina

67. Mina Matteo, docente, Cobas Scuola Lecce

68. Elena Mignosi, docente di Pedagogia generale sociale, Università di Palermo

69. Paolo Missiroli, docente, Faenza

70. Teresa Modafferi, Cobas Scuola Catania

71. Federico Oliveri, ricercatore senior presso il Centro interdisciplinare “Scienze per la Pace” dell’Università di Pisa

72. Fausto Pascali, docente, Cobas Scuola Pisa

73. Lorenzo Perrona, docente, Cobas Scuola Siracusa

74. Valentina Petillo, docente, Cobas Scuola Napoli

75. Gianni Piazza, docente, Università di Catania

76. Antonio Pioletti, professore emerito, Università di Catania

77. Renata Puleo, “NiNaNd@”

78. Giuseppe Restifo, storico, ricercatore indipendente

79. Onofrio Romano, Sociologia dei mutamenti, Università Roma Tre

80. Cristina Ronchieri, docente, Cobas Scuola Massa Carrara

81. Citto Sajia, critico cinematografico, già docente Università di Messina

82. Mario Sanguinetti, Cobas Scuola della Tuscia

83. Giuseppe Saraceno, docente, Cobas Scuola Pisa

84. Felice Scalia, gesuita

85. Attilio Scuderi, docente, Università di Catania

86. Mariella Setzu, insegnante in pensione, Cobas Scuola Cagliari

87. Alessandro Simoncini, Dipartimento di scienze umane e sociali internazionali,

88. Università per Stranieri di Perugia

89. Alessandro Somma, ordinario di Diritto comparato, Università di Roma La Sapienza

90. Matteo Vescovi, docente, Bologna

91. Viviana Vigneri, docente, Lecce

CONVEGNO CESP PALERMO 22 MARZO 2023

IL MODULO DI ISCRIZIONE AL CONVEGNO

LA LOCANDINA DEL CONVEGNO

IL MODELLO PER LA RICHIESTA DI ESONERO

CONVEGNO CESP – PALERMO 10 MARZO 2023

LA LOCANDINA DEL CONVEGNO

IL MODELLO PER LA RICHIESTA DI ESONERO

DIFFORMITÀ VALUTAZIONE TITOLI NELLE GPS

Graduatorie Provinciali per le Supplenze: difformità nella valutazione dei titoli

Abbiamo ricevuto numerose segnalazioni da nostri/e iscritti/e secondo le quali in diverse Istituzioni scolastiche della regione si riscontrerebbero discordanze relative alla corretta valutazione dei titoli dichiarati dal personale inserito nelle GPS. In particolare sono state segnalate difformità per quanto riguarda la valutazione operata in occasione del primo contratto di lavoro a tempo determinato da parte di singole Istituzioni scolastiche (art. 8, comma 7, O.M. n. 112/2022), riguardo a titoli triennali valutati anche come titolo aggiuntivo, ai corsi di formazione in psicoterapia o ai master di I e II livello (Nota M.I. n. 620/2021).

Una volta convalidate le dichiarazioni presentate, “I titoli si intendono definitivamente validati e utili ai titolari per la presentazione di ulteriori istanze e per la costruzione dell’anagrafe nazionale del personale docente di cui all’articolo 2, comma 4-ter, del DL 22/2020” (art. 8, comma 8, O.M. n. 112/2022).

Quindi, chi ottiene la convalida dei dati contenuti nella domanda in quest’anno scolastico, non sarà sottoposto ai medesimi controlli nel 2023/2024. Pertanto, risulta necessario evitare qualunque difformità di valutazione dello stesso titolo tra le diverse scuole, situazione che altererebbe illegittimamente la posizione in graduatoria dei/lle diversi/e aspiranti, a cui resterebbe solo la possibilità del ricorso straordinario o giurisdizionale.

Per questa ragione abbiamo richiesto all’USR Sicilia, a garanzia dell’uniformità dell’azione amministrativa su tutto il territorio regionale, di fornire alle Istituzioni scolastiche istruzioni dettagliate per evitare eventuali difformità nella valutazione dei titoli. L’USR ci ha tempestivamente informato di aver “richiesto un’attività di verifica agli Ambiti Territoriali”.

Per favorire queste verifiche – che seguiremo presso gli Ambiti Territoriali siciliani – invitiamo tutti/e coloro che avessero riscontrato difformità nella valutazione dei propri titoli nelle GPS di comunicarcelo, in modo da poter fornire agli uffici competenti indicazioni puntuali su specifiche situazioni da rettificare.

Potete inviare le vostre comunicazioni a cobas.pa@libero.it

IL BLOCCO DELL’ANNO 2013 E LA PROGRESSIONE DI CARRIERA

RECUPERO ANNO 2013 AI FINI DELLA PROGRESSIONE DI CARRIERA

Le retribuzioni del personale della Scuola sono ben al di sotto della media europea e dei paesi dell’Ocse e in termini di potere di acquisto i nostri stipendi hanno perso inesorabilmente – fin dalla scellerata sottoscrizione tra il Governo Amato I e le OO.SS. della soppressione della Scala mobile il 31.7.1992 – la loro capacità di garantire “un’esistenza libera e dignitosa” (art. 36 Cost.) paragonabile a quella degli inizi degli anni ’90.

Se a questo aggiungiamo che la l. n. 122/2010 dispose il blocco delle progressioni di anzianità per il personale pubblico per gli anni 2011, 2012 e 2013, prorogato sino al 31.12.2013 dal d.P.R. n. 122/2013, è chiaro come il tenore di vita del personale della scuola si sia ulteriormente abbassato.

Bisogna ricordare che nel frattempo sono intervenuti – utilizzando i risparmi realizzati nel comparto Scuola – il decreto Interministeriale n. 3/2011 che ha ripristinato l’anno 2010, l’accordo sindacati-ARAN del 13.3.2013 l’anno 2011 e infine l’accordo del 7.8.2014 l’anno 2012. 

Quindi, al momento, resta ancora escluso ai fini della progressione economica l’anno 2013 che di fatto sposta in avanti di un anno la progressione stipendiale e la fascia di anzianità, penalizzando il personale docente e ATA.

La recente sottoscrizione del “CCNL sui principali aspetti del trattamento economico del personale del comparto Istruzione e ricerca – Triennio 2019-2021” del 6.12.2022 aveva illuso sulla possibilità di giungere anche al riconoscimento di quest’ultimo anno di blocco. 

Invece di fronte a quest’ennesima delusione e giunti ormai a 10 anni dall’emanazione della norma che ha sancito il blocco del 2013, numerosi/e colleghi/e sono preoccupati dell’eventuale prescrizione e/o decadenza del diritto all’integrità della progressione di carriera e ci chiedono come agire per ottenere il riconoscimento dell’anno 2013 per adeguare la propria posizione di carriera e ricevere le relative differenze stipendiali maturate nel frattempo.

Una situazione che sta portando a molti ricorsi di cui al momento non è possibile prevedere l’esito, perché la sentenza della Corte Costituzionale n. 178/2015, su cui si basano, ha dichiarato sì l’illegittimità costituzionale sopravvenuta del regime di sospensione della contrattazione collettiva per il personale delle amministrazioni pubbliche, ma non del conseguente blocco stipendiale.

Naturalmente chi volesse scongiurare il rischio dell’eventuale prescrizione e/o decadenza in attesa di favorevoli sviluppi giurisprudenziali, deve presentare la lettera che alleghiamo di seguito.

____________________________

da inviare via PEC oppure consegnare a mano all’ufficio protocollo di scuola che deve rilasciare ricevuta

* * *

Al/la Dirigente Scolastico/a del

____________________________

di ____________________________

SEDE

OGGETTO: Domanda di Riconoscimento anno 2013, ai fine della progressione di carriera e adeguamento stipendiale – Diffida e contestuale messa in mora

Il/La sottoscritto/a ____________________________________ , nato/a il ________________________ a __________________________________ (___), Codice Fiscale _____________________________ residente a _____________________________________________ (___), C.A.P. _________________ Recapito telefonico ___________________________________

In servizio presso codesta Istituzione scolastica, in qualità di ______________________________________ 

in ossequio alle motivazioni contenute nella sentenza della Corte Costituzionale n. 178/2015, con la quale è stata sancita l’illegittimità costituzionale sopravvenuta del regime di sospensione della contrattazione collettiva per il personale delle amministrazioni pubbliche previsto anche dal d.P.R. 122/2013,

CHIEDE

il riconoscimento del servizio prestato nel corso dell’anno 2013, ai fini giuridici ed economici con l’adeguamento della posizione retributiva ai fini della propria posizione di carriera e le relative differenze stipendiali. 

La presente costituisce ai sensi e per gli effetti di legge atto di messa in mora e vale, altresì, quale atto interruttivo di ogni prescrizione e/o eventuale decadenza. 

Salvo ed impregiudicato ogni diritto ed azione. 

Data _______________________ 

FIRMA ___________________________ 

IL MODELLO DA SCARICARE

DIFENDIAMO I NOSTRI DIRITTI

FOCUS sulla normativa scolastica

Oltre 30 incontri di formazione GRATUITA di 30 minuti ciascuno

I Cobas Scuola di Grosseto organizzano un ciclo di incontri formativi della durata di 30 minuti ciascuno su alcuni aspetti contrattuali e sindacali che ci riguardano da vicino.

Si tratta di un’ottima occasione per approfondire alcuni aspetti del nostro lavoro e chiarire eventuali dubbi.

Ognuno di noi potrà proporre gli argomenti che desidera vengano trattati (inviando mail a cobas.pa@libero.it) al fine di sostenere e motivare al meglio le nostre azioni quotidiane.

Dichiarazione finale ASSEMBLEA NAZIONALE contro l’AUTONOMIA DIFFERENZIATA

Dal Comitato NO Autonomia Differenziata

L’assemblea nazionale del Tavolo NO-AD, riunita il 29 gennaio presso il liceo classico Tasso di Roma, ha visto la partecipazione di più di 130 rappresentanti di associazioni, comitati, sindacati e forze politiche che si oppongono al progetto di Autonomia Differenziata e ai provvedimenti che il ministro Calderoli ha messo e promette di mettere in campo per accelerarne il processo di attuazione.

Al termine dei suoi lavori, introdotti dai proff. Gaetano Azzariti e Paolo Liberati (rispettivamente su aspetti costituzionali ed economici del complesso tema dell’autonomia differenziata), l’assemblea approva le seguenti proposte emerse:

–    Ampliare la rete dei Comitati e Tavoli NO-AD ed estenderli ad ogni Regione

–    Rilanciare la campagna di informazione nei territori (anche tramite la preparazione di materiali semplificati) con iniziative volte ai cittadini e alle cittadine, mettendo in evidenza come l’AD porti un attacco ai diritti di tutti, in tutto il Paese dal nord al sud, con il sud che vedrebbe un vero tracollo. Spiegare come i Livelli Essenziali delle Prestazioni – LEP siano strumento per portare avanti l’istituzionalizzazione e l’aggravamento delle diseguaglianze, nonché per attaccare i diritti e le conquiste esistenti, e vadano quindi rifiutati, aprendo invece una discussione pubblica, che coinvolga istituzioni locali e società, su come rilanciare le conquiste sociali e l’uguaglianza sancita dall’art. 3 della Costituzione, in tutto il Paese e in particolare al sud, dove è urgente contrapporsi alle scelte che tendono a creare una nuova servitù del Mezzogiorno.

–    Studiare e preparare la possibilità di azioni “mediatiche” (spot autoprodotti, coinvolgimento di volti noti, mail bombing…)

–    Impegnarsi in ogni territorio regionale per chiedere ai Presidenti di Regione di non procedere (e ritirare qualora lo avessero già fatto) a nessun progetto di AD.

–    Estendere la campagna di sensibilizzazione rivolta ai sindaci di tutto il Paese, attraverso la Lettera Aperta ai primi cittadini già inviata e stabilendo contatti diretti nei territori per interloquire più strettamente con più sindaci possibile.

–    Allargare la campagna ai Consigli comunali, anche proponendo di mettere in discussione un odg per il NO all’Autonomia differenziata.

–    Istituire un gruppo di lavoro di approfondimento e ricerca dal titolo “Operazione verità: conti pubblici territoriali e autonomia differenziata”. In questo quadro, richiedere che i parlamentari contrari all’AD realizzino un’indagine ispettiva sui numeri reali delle disparità territoriali, dei servizi, dei bilanci.

–    Lanciare un Appello a tutti i sindacati e le forze politiche e associative: “Se davvero il governo non si fermerà, nonostante le tante voci contrarie che sono cominciate ad emergere, nonostante le prese di posizione di centinaia di sindaci, allora non ci sarà che una strada per evitare il peggio: la convocazione di una grande manifestazione nazionale, che porti a Roma decine di migliaia di cittadini e lavoratori da tutto il Paese, uniti, per il ritiro dell’Autonomia differenziata”

L’accelerazione imposta da Calderoli ci pone di fronte ad un momento nuovamente grave per l’unità del Paese, per i diritti sociali, per le conquiste delle lavoratrici e dei lavoratori.

L’assemblea si rivolge a tutti i cittadini e le cittadine: ognuno può portare il suo contributo, in ogni città, in ogni comune; prima che sia tardi, costruiamo e allarghiamo la mobilitazione!

NO AL PCTO NELLA BASE MILITARE DI SIGONELLA

PER UNA CULTURA DI PACE FUORI LA SCUOLA DALLE CASERME

NO AL PCTO NELLA BASE MILITARE DI SIGONELLA

Invece di aprire una riflessione sull’utilità educativa e didattica dei Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (ex Alternanza Scuola-Lavoro), sulla mancanza di sicurezza, tragicamente dimostrata da una lunga catena di incidenti, morti e feriti, su un’istruzione che dovrebbe essere finalizzata alla formazione di cittadini e non esclusivamente di lavoratori, Ministero e scuole vanno avanti come se non fosse accaduto nulla.

Ancora, dopo un anno dall’invasione russa prosegue e si complica ulteriormente la guerra in Ucraina. Non poteva che essere così. Tutte le maggiori potenze, sulla pelle del popolo ucraino e del popolo russo, sono implicate nel conflitto che hanno fomentato e voluto (si veda questione del Donbass ed espansione a est della NATO) e, per motivi diversi, hanno tutto l’interesse affinché non si aprano trattative di pace. In questo particolare e terribile contesto, nonostante una evidente maggioranza del popolo italiano sia contraria all’invio delle armi e chieda l’immediato cessate il fuoco, troviamo del tutto inadeguata e pericolosa l’idea che, come scrive Antonio Mazzeo, “bunker e depositi dove sono stoccate le testate nucleari; gli scali aerei da dove decollano quotidianamente cacciabombardieri e droni; gli approdi dove sostano le portaerei e i sottomarini zeppi di armi e reattori atomici; le caserme dove si formano i professionisti della guerra globale e permanente; i poligoni devastati da mezzo secolo di test dei più spregiudicati sistemi di morte siano fra i luoghi più gettonati da dirigenti scolastici e insegnanti per i PCTO”.

La base siciliana di Sigonella rappresenta per dimensioni e compiti la principale base aeronavale delle forze armate italiane, USA e NATO nel Mediterraneo e svolge un ruolo fondamentale anche rispetto al conflitto in Ucraina. Qui saranno ospitati, da marzo sino alla fine dell’anno scolastico, 350 studenti di sette istituti superiori siciliani per svolgere l’Alternanza. E questo “grazie” al protocollo di intesa firmato il 20 dicembre 2021 tra l’Ufficio Scolastico Regionale (USR) della Sicilia e l’Esercito italiano. L’avvio di questo progetto è previsto per giorno 7 febbraio a Sigonella, dove dopo la firma delle convenzioni ci sarà la “visita guidata” ai nuovi pattugliatori marittimi P-72A “in mostra statica sul piazzale” e agli aerei cargo C-130 “Hercules” “in hangar manutenzione”.

La scuola della Costituzione dovrebbe mettere al centro del suo progetto il ripudio della guerra e la difesa intransigente della pace, soprattutto in un momento in cui tutte/i dovremmo essere terrorizzati da scenari di guerra sempre più drammatici. Mandare gli alunni a fare l’alternanza scuola-lavoro nelle basi militari contribuisce a rendere normale la guerra, e questo non dovremmo permetterlo”.

I Cobas Scuola della Sicilia, coerentemente con le osservazioni sin qui svolte, chiedono perciò all’USR e ai Dirigenti Scolastici degli Istituti coinvolti di non realizzare questo progetto.

BOZZA DI REGOLAMENTO COBAS SCUOLA

BOZZA DI REGOLAMENTO DELL’ORGANIZZAZIONE COBAS SCUOLA DISCUSSA E APPROVATA DALL’ASSEMBLEA PROVINCIALE DI PALERMO


In questa fase in cui la Scuola è oggetto di profonde trasformazioni (un ulteriore spinta gerarchizzante con la nascita di docenti “tutor”, “esperti” e “super-esperti” introdotti attraverso il ricatto dei fondi del PNRR, un rinnovo contrattuale legato a queste logiche, un “dimensionamento” che rischia di cancellare numerose istituzioni scolastiche, ecc.) potrebbe sembrare fuori luogo affrontare un problema “interno” come il Regolamento.
Come Esecutivo provinciale di Palermo riteniamo invece che la discussione sul Regolamento sia in questo particolare momento della vita della nostra Organizzazione un passo indispensabile per ritrovare quel terreno comune di funzionamento e di capacità di intervento che è necessario per affrontare nel miglior modo possibile le battaglie che ci attendono.

La bozza di regolamento si basa su quanto elaborato mesi fa da un gruppo di lavoro costituito dall’EN COBAS Scuola, ma poi non portato alla discussione dell’Assemblea Nazionale di Firenze di fine ottobre 2022. Il testo che segue è stato approvato all’unanimità dei voti espressi (2 astenuti) dall’Assemblea provinciale COBAS Scuola di Palermo mercoledì 18.1.2023.

(IL DOCUMENTO DA SCARICARE)

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CONVOCAZIONE ASSEMBLEA PROVINCIALE ISCRITTI/E COBAS SCUOLA PALERMO

E’ convocata

L’ASSEMBLEA PROVINCIALE

ISCRITTI/E COBAS SCUOLA

mercoledì 18 gennaio 2023

ore 16.30 – 19.30

presso la sede Cobas in piazza Unità d’Italia 11, Palermo

Odg:

  1. Situazione nazionale interna dei Cobas scuola.

Discussione e delibera di una Proposta di Regolamento nazionale e di un documento politico- sindacale, elaborati da un gruppo di lavoro costituitosi all’interno dell’Esecutivo provinciale, da inviare a tutte le altre sedi Cobas d’Italia.

Tali documenti appena disponibili saranno scaricabili dal sito Cobasscuolapalermo.com

  1. Campagne e vertenze in corso e da avviare.
  2. Variazioni della composizione dell’Esecutivo Provinciale dei Cobas Scuola Palermo e ratifica delle variazioni.
  3. Varie ed eventuali.

 Si raccomanda la partecipazione di tutt* le/gli iscritt*.

ARRETRATI CCNL: la sorpresa di Natale

Come purtroppo avevamo anticipato nei nostri precedenti comunicati, e anche nella piattaforma dello sciopero del 2 dicembre, gli aumenti previsti dal nuovo CCNL sottoscritto da CGIL-CISL-UIL, SNALS, GILDA e ANIEF e conseguentemente anche gli arretrati per i 4 anni di ritardo dalla scadenza del CCNL 2018, non sembrano proprio quelli sbandierati da ministero e firmatari.

Tantissimi colleghi ci stanno contattando perché nella visualizzazione degli arretrati su NoiPA si ritrovano con centinaia di euro in meno rispetto alle tabelle diffuse dai sindacati firmatari di contratto.

Occorrerebbe chiedere ai firmatari di contratto perché hanno deciso di sottoscrivere un contratto-miseria, con un aumento medio netto di 50 euro al mese e arretrati ridicoli, che spesso per gli ultimi quattro anni si aggirano mediamente sui 1.100 euro netti: circa 60 euro per tutto il 2019, 150 per il 2020, 450 per il 2021 e 500 per il 2022.

In più (fonte NoiPA):
– i supplenti temporanei dovranno attendere non si capisce fino a quando;
– chi ha aderito al fondo Espero, cosa sconsigliata dai COBAS, vedrà decurtati arretrati e aumenti della percentuale da versare al fondo;
– per i periodi di sospensione gli arretrati non sono riconosciuti.

Solidarietà a Antonio Mazzeo

Totale solidarietà dei COBAS Scuola ad Antonio Mazzeo

Antonio Mazzeo, docente e peace researcher, da sempre impegnato, personalmente e professionalmente, sui temi della pace, da anni osserva e denuncia l’invasività delle forze armate non solo per esercitazioni e installazioni militari, ma anche per l’autopromozione che svolgono all’interno delle nostre scuole pubbliche. Oggi è sottoposto a processo, per “diffamazione a mezzo stampa”, in qualità di autore dell’articolo pubblicato il 21 ottobre 2020 su alcune testate giornalistiche, dal titolo “A Messina Sindaco e Prefetto inviano l’esercito nelle scuole elementari e medie con il plauso dei Presidi”.

In effetti, Antonio Mazzeo aveva criticato la preside di un istituto comprensivo di Messina che, obbedendo a discutibili disposizioni anti-assembramento emanate da sindaco e prefetto in fase covid 19 – siamo all’ottobre 2020 – consentiva il posizionamento di militari della Brigata Aosta davanti all’ingresso della scuola primaria, con lo spavento dei bambini e le proteste dei genitori. Il quasi unanime sconcerto per i presìdi armati dell’Esercito in una scuola primaria convinse Prefettura e Comune di Messina a revocare d’urgenza il (presunto) ordine di invio e utilizzo dei militari a fini anti-assembramento. Così il giorno successivo, 22 ottobre, nella scuola di Paradiso si presentarono solo due vigili urbani, in moto e disarmati.

Nonostante tutto, la DS dell’istituto dichiarò alla stampa di condividere l’operato dei militari e la legittimità del provvedimento di “ordine pubblico”, ritenendo lesive della sua dignità le seguenti affermazioni di Antonio Mazzeo secondo cui la DS: “oltre a essere evidentemente anni luce distante dai modelli pedagogici e formativi che dovrebbero fare da fondamento della Scuola della Costituzione repubblicana (il ripudio della guerra e l’uso illegittimo della forza; l’insostituibilità della figura dell’insegnante e l’educare e il non reprimere, ecc.), si mostra ciecamente obbediente all’ennesimo Patto per la Sicurezza Urbana, del tutto arbitrario ed autoritario e che certamente non può e né deve bypassare i compiti e le responsabilità del personale docente in quella che è la promozione e gestione delle relazioni con i minori”.

Noi non solo esprimiamo totale solidarietà ad Antonio Mazzeo, ma lo ringraziamo per la difesa della scuola della Costituzione, soprattutto oggi dopo le gravi dichiarazioni del Presidente del Senato, promotore della cosiddetta “mini naja volontaria”, che prevede per i giovani una serie di incentivi come crediti per la carriera scolastica e per i concorsi pubblici. Ribadiamo, infine, che voci come quella di Antonio non potranno essere imbavagliate perché stanno a difesa della società civile e di quella parte di essa, gli studenti, che ha pieno diritto di svilupparsi libera dalla presenza militare.

Esecutivo nazionale COBAS Scuola

SCIOPERO GENERALE venerdì 2.12.2022 – piattaforma SCUOLA

I COBAS SCUOLA, nell’ambito dello sciopero generale e sociale indetto da tutto il sindacalismo di base, convocano lo sciopero dell’intera giornata del 2 dicembre 2022 del personale docente e Ata delle scuole di ogni ordine e grado per dire:

  • SÌ al rinnovo del CCNL scaduto da 3 anni con aumenti uguali per tutti per recuperare il 30% del potere d’acquisto perso negli ultimi decenni e tutelare i salari reali dal caro energia e dall’inflazione al 12%. SÌ alla reintroduzione della “scala mobile”.
  • NO al nuovo reclutamento con un triplice percorso ad ostacoli. NO alla formazione di regime con un premio una tantum per i bravi e un incremento stipendiale stabile per i super-bravi. NO alla gerarchizzazione, alla competizione individuale tra i docenti e al presunto merito. NO alla didattica delle competenze addestrative. SÌ ad una scuola che punti allo sviluppo degli strumenti cognitivi, dell’autonomia e dello spirito critico.
  • SÌ all’uso di tutte le risorse disponibili per eliminare le classi pollaio, ridurre a 20 il numero massimo di alunni per classe (15 con alunni con disabilità), assumere i docenti con 3 anni di servizio e gli Ata con 2, rilanciare il tempo pieno, combattere la dispersione e per un piano straordinario per l’edilizia scolastica e la sicurezza.
  • SÌ al potenziamento degli organici docenti ed Ata, all’immissione in ruolo su tutti i posti vacanti e al ripristino integrale delle sostituzioni con supplenze temporanee. NO ai blocchi triennali dopo la mobilità o assunzione da concorso.
  • NO all’algoritmo per l’assegnazione delle supplenze che ha strutturalmente creato ingiustizie, con docenti che non lavorano nonostante abbiano punteggi più alti di altri in servizio. SÌ alle convocazioni in presenza, che garantiscono la trasparenza e la flessibilità necessaria per situazioni in continuo cambiamento.
  • NO all’Autonomia differenziata, che creerebbe 20 sistemi scolastici diversi, con l’aumento delle disuguaglianze e la frantumazione del diritto sociale all’istruzione.
  • NO ai PCTO obbligatori per le scuole superiori e agli stage obbligatori per la formazione professionale; BASTA ALLE MORTI SUL LAVORO DEGLI STUDENTI, che sono la regola e non l’eccezione, dato che in Italia ci sono in media 3 omicidi sul lavoro al giorno.
  • NO alla regolamentazione del diritto di sciopero, che il nuovo accordo restringe ulteriormente, ampliando i poteri dei dirigenti fino alla possibilità di sostituire i lavoratori in sciopero. SÌ alla difesa del diritto di sciopero e al rilancio degli organi collegiali come strumenti di democrazia sostanziale per contrastare la scuola azienda.

Nella giornata si svolgeranno in tutta Italia manifestazioni regionali e provinciali.

A PALERMO CONCENTRAMENTO E MANIFESTAZIONE ORE 9:00 PIAZZA VITTORIO EMANUELE ORLANDO (Tribunale)