I DISASTRI DEL GOVERNO DEI “MIGLIORI”

I DISASTRI DEL GOVERNO DEI “MIGLIORI” 

Il “Governo dei Migliori”, di fronte all’esponenziale aumento dei contagi delle ultime settimane, alla crescente insostenibile pressione sul sistema sanitario, all’allarme sul peggioramento della situazione che – assicurano gli esperti – ci attende nei prossimi giorni, alza le spalle e tira dritto: la scuola può ripartire “in presenza e in sicurezza”, secondo la formula, propagandistica e beffarda, con cui ha accompagnato il suo “non fare” per la sicurezza della scuola nel primo anno di vita.

Mai come oggi appare nella sua evidenza il paradosso di un Governo che rivendica ossessivamente un risultato (scuole in presenza e in sicurezza) che nella realtà ha fatto di tutto per scongiurare. Niente di ciò che andava fatto per rendere le scuole più sicure è stato realizzato e tutto è rimasto nella situazione, già disastrosa, precedente alla pandemia: 

lasciate le classi pollaio, nessuno spazio aggiuntivo, 
trasporti insufficienti e sovraffollati, aule senza sistemi di areazione. 

Nessuna delle proposte presentate in questi due anni di pandemia sono state recepite, persino l’obbligo di distanziamento di un metro è stato di fatto abolito, preso atto che in gran parte delle scuole non è praticabile. Non è stata minimamente presa in considerazione l’opportunità di invertire la rotta della politica pluridecennale di tagli forsennati che ci ha consegnato il disastro che oggi è sotto gli occhi di tutti, tanto nella scuola quanto nella sanità. Così, mentre si è continuato a ripetere “mai più DAD”, le comunità scolastiche sono state lasciate da sole a fronteggiare l’emergenza, tra le mille difficoltà di sempre, a cui si sono aggiunte quelle scaturite dall’emergenza sanitaria e quelle determinate dalle incaute uscite dei “migliori”, che hanno aumentato la confusione e moltiplicato i problemi. 

Come dimenticare la falsità con cui il Presidente del Consiglio, lo scorso luglio, affermava sicuro che il Green Pass ci avrebbe dato la “garanzia di essere tra persone non contagiose”, o l’irresponsabile affermazione del ministro Bianchi, che nella conferenza stampa del 2 settembre scorso diceva serafico che “nelle classi in cui tutti sono vaccinati si potrà abbassare la mascherina”? L’assurdità di tali affermazioni, fondate sulla falsa equazione “vaccinati=sani/non vaccinati=malati” è servita ad incoraggiare i comportamenti incauti di chi è stato convinto di essere “immunizzato” dai vaccini (favorendo, in tal modo, la diffusione del contagio) e a spostare sul capro espiatorio della minoranza dei non vaccinati le responsabilità dei misfatti di questo governo. 

Non si giustifica altrimenti, infatti, l’arrogante perseveranza con cui si è introdotto l’obbligo vaccinale per il personale della scuola, già vaccinato al 95%, senza che questo costituisca un reale strumento di prevenzione del contagio nelle scuole, mentre “punisce” i lavoratori che ne sono colpiti, privandoli del diritto al lavoro e alla retribuzione. 
Di fronte ad un tale mosaico di disastri, di cui il decreto dello scorso 7 gennaio è soltanto l’ultimo inguardabile (e ingestibile) tassello, il Governo – ministro Bianchi in testa -, continua a ignorare le richieste che provengono dal mondo della scuola, a far finta di niente e a dirci che ci sono i vaccini, che bastano e avanzano per stare “in presenza e sicurezza”. 

I Cobas hanno manifestato sin dall’aprile 2020 perché si garantisse davvero la scuola in presenza e in sicurezza, avanzando precise e circostanziate proposte per affrontare l’emergenza, e considerano la DaD uno strumento dannoso per l’apprendimento e la crescita, ma il governo non può far finta di considerare assolto il compito di garantire la sicurezza della didattica in presenza con l’obbligo vaccinale (che, del resto, riguarda solo il personale e non alunne/i), mandando allo sbaraglio le comunità scolastiche. Dopo due anni è arrivato il momento di chiedere il conto a tutti, Governo, Regione e Comuni, di quanto non è stato fatto e di quanto non si intende fare per la sicurezza delle comunità scolastiche. Chiediamo (continuiamo a farlo) provvedimenti immediati e impegni seri per il futuro:

– La fornitura gratuita quotidiana a tutte le comunità scolastiche di mascherine FFP2 o FFP3, strumenti indispensabili di protezione individuale e collettiva.

– Una medicina territoriale di prossimità che garantisca le tre T (testare, tracciare, trattare), e in particolare il pieno funzionamento e potenziamento delle USCA.

– Screening periodici, adeguati e gratuiti per garantire il rientro a scuola in presenza, continuità, serenità e sicurezza.

– Tamponi gratuiti per tutti: alunni, docenti, ATA, famiglie.

– Riorganizzazione e potenziamento del TRASPORTO PUBBLICO con più risorse, e convenzioni d’emergenza con i privati che possano sopperire nell’immediato all’insufficienza di mezzi e del personale del trasporto pubblico.

– Reperimento di spazi ulteriori per le scuole, attingendo all’ingente patrimonio di edifici pubblici inutilizzati, e adeguamento immediato di tutte le strutture esistenti.

– Indicazioni chiare a salvaguardia del diritto all’istruzione che non aggravino le differenze tra Nord e Sud, centri e periferie.

– Ritiro dell’obbligo vaccinale e del green pass per lavorare e per l’uso dei trasporti pubblici.

– Ritiro dei protocolli di sicurezza differenziati tra alunni vaccinati e non vaccinati.

– Assunzione massiccia di personale e risorse necessarie per ridurre il rapporto alunni-classe.

– Presìdi sanitari nelle scuole.

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