
IL MODELLO PER LA RICHIESTA DI ESONERO
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Graduatorie Provinciali per le Supplenze: difformità nella valutazione dei titoli
Abbiamo ricevuto numerose segnalazioni da nostri/e iscritti/e secondo le quali in diverse Istituzioni scolastiche della regione si riscontrerebbero discordanze relative alla corretta valutazione dei titoli dichiarati dal personale inserito nelle GPS. In particolare sono state segnalate difformità per quanto riguarda la valutazione operata in occasione del primo contratto di lavoro a tempo determinato da parte di singole Istituzioni scolastiche (art. 8, comma 7, O.M. n. 112/2022), riguardo a titoli triennali valutati anche come titolo aggiuntivo, ai corsi di formazione in psicoterapia o ai master di I e II livello (Nota M.I. n. 620/2021).
Una volta convalidate le dichiarazioni presentate, “I titoli si intendono definitivamente validati e utili ai titolari per la presentazione di ulteriori istanze e per la costruzione dell’anagrafe nazionale del personale docente di cui all’articolo 2, comma 4-ter, del DL 22/2020” (art. 8, comma 8, O.M. n. 112/2022).
Quindi, chi ottiene la convalida dei dati contenuti nella domanda in quest’anno scolastico, non sarà sottoposto ai medesimi controlli nel 2023/2024. Pertanto, risulta necessario evitare qualunque difformità di valutazione dello stesso titolo tra le diverse scuole, situazione che altererebbe illegittimamente la posizione in graduatoria dei/lle diversi/e aspiranti, a cui resterebbe solo la possibilità del ricorso straordinario o giurisdizionale.
Per questa ragione abbiamo richiesto all’USR Sicilia, a garanzia dell’uniformità dell’azione amministrativa su tutto il territorio regionale, di fornire alle Istituzioni scolastiche istruzioni dettagliate per evitare eventuali difformità nella valutazione dei titoli. L’USR ci ha tempestivamente informato di aver “richiesto un’attività di verifica agli Ambiti Territoriali”.
Per favorire queste verifiche – che seguiremo presso gli Ambiti Territoriali siciliani – invitiamo tutti/e coloro che avessero riscontrato difformità nella valutazione dei propri titoli nelle GPS di comunicarcelo, in modo da poter fornire agli uffici competenti indicazioni puntuali su specifiche situazioni da rettificare.
Potete inviare le vostre comunicazioni a cobas.pa@libero.it
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RECUPERO ANNO 2013 AI FINI DELLA PROGRESSIONE DI CARRIERA
Le retribuzioni del personale della Scuola sono ben al di sotto della media europea e dei paesi dell’Ocse e in termini di potere di acquisto i nostri stipendi hanno perso inesorabilmente – fin dalla scellerata sottoscrizione tra il Governo Amato I e le OO.SS. della soppressione della “Scala mobile” il 31.7.1992 – la loro capacità di garantire “un’esistenza libera e dignitosa” (art. 36 Cost.) paragonabile a quella degli inizi degli anni ’90.
Se a questo aggiungiamo che la l. n. 122/2010 dispose il blocco delle progressioni di anzianità per il personale pubblico per gli anni 2011, 2012 e 2013, prorogato sino al 31.12.2013 dal d.P.R. n. 122/2013, è chiaro come il tenore di vita del personale della scuola si sia ulteriormente abbassato.
Bisogna ricordare che nel frattempo sono intervenuti – utilizzando i risparmi realizzati nel comparto Scuola – il decreto Interministeriale n. 3/2011 che ha ripristinato l’anno 2010, l’accordo sindacati-ARAN del 13.3.2013 l’anno 2011 e infine l’accordo del 7.8.2014 l’anno 2012.
Quindi, al momento, resta ancora escluso ai fini della progressione economica l’anno 2013 che di fatto sposta in avanti di un anno la progressione stipendiale e la fascia di anzianità, penalizzando il personale docente e ATA.
La recente sottoscrizione del “CCNL sui principali aspetti del trattamento economico del personale del comparto Istruzione e ricerca – Triennio 2019-2021” del 6.12.2022 aveva illuso sulla possibilità di giungere anche al riconoscimento di quest’ultimo anno di blocco.
Invece di fronte a quest’ennesima delusione e giunti ormai a 10 anni dall’emanazione della norma che ha sancito il blocco del 2013, numerosi/e colleghi/e sono preoccupati dell’eventuale prescrizione e/o decadenza del diritto all’integrità della progressione di carriera e ci chiedono come agire per ottenere il riconoscimento dell’anno 2013 per adeguare la propria posizione di carriera e ricevere le relative differenze stipendiali maturate nel frattempo.
Una situazione che sta portando a molti ricorsi di cui al momento non è possibile prevedere l’esito, perché la sentenza della Corte Costituzionale n. 178/2015, su cui si basano, ha dichiarato sì l’illegittimità costituzionale sopravvenuta del regime di sospensione della contrattazione collettiva per il personale delle amministrazioni pubbliche, ma non del conseguente blocco stipendiale.
Naturalmente chi volesse scongiurare il rischio dell’eventuale prescrizione e/o decadenza in attesa di favorevoli sviluppi giurisprudenziali, deve presentare la lettera che alleghiamo di seguito.
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da inviare via PEC oppure consegnare a mano all’ufficio protocollo di scuola che deve rilasciare ricevuta
* * *
Al/la Dirigente Scolastico/a del
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di ____________________________
SEDE
OGGETTO: Domanda di Riconoscimento anno 2013, ai fine della progressione di carriera e adeguamento stipendiale – Diffida e contestuale messa in mora.
Il/La sottoscritto/a ____________________________________ , nato/a il ________________________ a __________________________________ (___), Codice Fiscale _____________________________ residente a _____________________________________________ (___), C.A.P. _________________ Recapito telefonico ___________________________________
In servizio presso codesta Istituzione scolastica, in qualità di ______________________________________
in ossequio alle motivazioni contenute nella sentenza della Corte Costituzionale n. 178/2015, con la quale è stata sancita l’illegittimità costituzionale sopravvenuta del regime di sospensione della contrattazione collettiva per il personale delle amministrazioni pubbliche previsto anche dal d.P.R. 122/2013,
CHIEDE
il riconoscimento del servizio prestato nel corso dell’anno 2013, ai fini giuridici ed economici con l’adeguamento della posizione retributiva ai fini della propria posizione di carriera e le relative differenze stipendiali.
La presente costituisce ai sensi e per gli effetti di legge atto di messa in mora e vale, altresì, quale atto interruttivo di ogni prescrizione e/o eventuale decadenza.
Salvo ed impregiudicato ogni diritto ed azione.
Data _______________________
FIRMA ___________________________
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FOCUS sulla normativa scolastica
Oltre 30 incontri di formazione GRATUITA di 30 minuti ciascuno
I Cobas Scuola di Grosseto organizzano un ciclo di incontri formativi della durata di 30 minuti ciascuno su alcuni aspetti contrattuali e sindacali che ci riguardano da vicino.
Si tratta di un’ottima occasione per approfondire alcuni aspetti del nostro lavoro e chiarire eventuali dubbi.
Ognuno di noi potrà proporre gli argomenti che desidera vengano trattati (inviando mail a cobas.pa@libero.it) al fine di sostenere e motivare al meglio le nostre azioni quotidiane.
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Dal Comitato NO Autonomia Differenziata
L’assemblea nazionale del Tavolo NO-AD, riunita il 29 gennaio presso il liceo classico Tasso di Roma, ha visto la partecipazione di più di 130 rappresentanti di associazioni, comitati, sindacati e forze politiche che si oppongono al progetto di Autonomia Differenziata e ai provvedimenti che il ministro Calderoli ha messo e promette di mettere in campo per accelerarne il processo di attuazione.
Al termine dei suoi lavori, introdotti dai proff. Gaetano Azzariti e Paolo Liberati (rispettivamente su aspetti costituzionali ed economici del complesso tema dell’autonomia differenziata), l’assemblea approva le seguenti proposte emerse:
– Ampliare la rete dei Comitati e Tavoli NO-AD ed estenderli ad ogni Regione
– Rilanciare la campagna di informazione nei territori (anche tramite la preparazione di materiali semplificati) con iniziative volte ai cittadini e alle cittadine, mettendo in evidenza come l’AD porti un attacco ai diritti di tutti, in tutto il Paese dal nord al sud, con il sud che vedrebbe un vero tracollo. Spiegare come i Livelli Essenziali delle Prestazioni – LEP siano strumento per portare avanti l’istituzionalizzazione e l’aggravamento delle diseguaglianze, nonché per attaccare i diritti e le conquiste esistenti, e vadano quindi rifiutati, aprendo invece una discussione pubblica, che coinvolga istituzioni locali e società, su come rilanciare le conquiste sociali e l’uguaglianza sancita dall’art. 3 della Costituzione, in tutto il Paese e in particolare al sud, dove è urgente contrapporsi alle scelte che tendono a creare una nuova servitù del Mezzogiorno.
– Studiare e preparare la possibilità di azioni “mediatiche” (spot autoprodotti, coinvolgimento di volti noti, mail bombing…)
– Impegnarsi in ogni territorio regionale per chiedere ai Presidenti di Regione di non procedere (e ritirare qualora lo avessero già fatto) a nessun progetto di AD.
– Estendere la campagna di sensibilizzazione rivolta ai sindaci di tutto il Paese, attraverso la Lettera Aperta ai primi cittadini già inviata e stabilendo contatti diretti nei territori per interloquire più strettamente con più sindaci possibile.
– Allargare la campagna ai Consigli comunali, anche proponendo di mettere in discussione un odg per il NO all’Autonomia differenziata.
– Istituire un gruppo di lavoro di approfondimento e ricerca dal titolo “Operazione verità: conti pubblici territoriali e autonomia differenziata”. In questo quadro, richiedere che i parlamentari contrari all’AD realizzino un’indagine ispettiva sui numeri reali delle disparità territoriali, dei servizi, dei bilanci.
– Lanciare un Appello a tutti i sindacati e le forze politiche e associative: “Se davvero il governo non si fermerà, nonostante le tante voci contrarie che sono cominciate ad emergere, nonostante le prese di posizione di centinaia di sindaci, allora non ci sarà che una strada per evitare il peggio: la convocazione di una grande manifestazione nazionale, che porti a Roma decine di migliaia di cittadini e lavoratori da tutto il Paese, uniti, per il ritiro dell’Autonomia differenziata”.
L’accelerazione imposta da Calderoli ci pone di fronte ad un momento nuovamente grave per l’unità del Paese, per i diritti sociali, per le conquiste delle lavoratrici e dei lavoratori.
L’assemblea si rivolge a tutti i cittadini e le cittadine: ognuno può portare il suo contributo, in ogni città, in ogni comune; prima che sia tardi, costruiamo e allarghiamo la mobilitazione!
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PER UNA CULTURA DI PACE FUORI LA SCUOLA DALLE CASERME
NO AL PCTO NELLA BASE MILITARE DI SIGONELLA
Invece di aprire una riflessione sull’utilità educativa e didattica dei Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (ex Alternanza Scuola-Lavoro), sulla mancanza di sicurezza, tragicamente dimostrata da una lunga catena di incidenti, morti e feriti, su un’istruzione che dovrebbe essere finalizzata alla formazione di cittadini e non esclusivamente di lavoratori, Ministero e scuole vanno avanti come se non fosse accaduto nulla.
Ancora, dopo un anno dall’invasione russa prosegue e si complica ulteriormente la guerra in Ucraina. Non poteva che essere così. Tutte le maggiori potenze, sulla pelle del popolo ucraino e del popolo russo, sono implicate nel conflitto che hanno fomentato e voluto (si veda questione del Donbass ed espansione a est della NATO) e, per motivi diversi, hanno tutto l’interesse affinché non si aprano trattative di pace. In questo particolare e terribile contesto, nonostante una evidente maggioranza del popolo italiano sia contraria all’invio delle armi e chieda l’immediato cessate il fuoco, troviamo del tutto inadeguata e pericolosa l’idea che, come scrive Antonio Mazzeo, “bunker e depositi dove sono stoccate le testate nucleari; gli scali aerei da dove decollano quotidianamente cacciabombardieri e droni; gli approdi dove sostano le portaerei e i sottomarini zeppi di armi e reattori atomici; le caserme dove si formano i professionisti della guerra globale e permanente; i poligoni devastati da mezzo secolo di test dei più spregiudicati sistemi di morte siano fra i luoghi più gettonati da dirigenti scolastici e insegnanti per i PCTO”.
La base siciliana di Sigonella rappresenta per dimensioni e compiti la principale base aeronavale delle forze armate italiane, USA e NATO nel Mediterraneo e svolge un ruolo fondamentale anche rispetto al conflitto in Ucraina. Qui saranno ospitati, da marzo sino alla fine dell’anno scolastico, 350 studenti di sette istituti superiori siciliani per svolgere l’Alternanza. E questo “grazie” al protocollo di intesa firmato il 20 dicembre 2021 tra l’Ufficio Scolastico Regionale (USR) della Sicilia e l’Esercito italiano. L’avvio di questo progetto è previsto per giorno 7 febbraio a Sigonella, dove dopo la firma delle convenzioni ci sarà la “visita guidata” ai nuovi pattugliatori marittimi P-72A “in mostra statica sul piazzale” e agli aerei cargo C-130 “Hercules” “in hangar manutenzione”.
La scuola della Costituzione dovrebbe mettere al centro del suo progetto il ripudio della guerra e la difesa intransigente della pace, soprattutto in un momento in cui tutte/i dovremmo essere terrorizzati da scenari di guerra sempre più drammatici. Mandare gli alunni a fare l’alternanza scuola-lavoro nelle basi militari contribuisce a rendere normale la guerra, e questo non dovremmo permetterlo”.
I Cobas Scuola della Sicilia, coerentemente con le osservazioni sin qui svolte, chiedono perciò all’USR e ai Dirigenti Scolastici degli Istituti coinvolti di non realizzare questo progetto.
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BOZZA DI REGOLAMENTO DELL’ORGANIZZAZIONE COBAS SCUOLA DISCUSSA E APPROVATA DALL’ASSEMBLEA PROVINCIALE DI PALERMO
In questa fase in cui la Scuola è oggetto di profonde trasformazioni (un ulteriore spinta gerarchizzante con la nascita di docenti “tutor”, “esperti” e “super-esperti” introdotti attraverso il ricatto dei fondi del PNRR, un rinnovo contrattuale legato a queste logiche, un “dimensionamento” che rischia di cancellare numerose istituzioni scolastiche, ecc.) potrebbe sembrare fuori luogo affrontare un problema “interno” come il Regolamento.
Come Esecutivo provinciale di Palermo riteniamo invece che la discussione sul Regolamento sia in questo particolare momento della vita della nostra Organizzazione un passo indispensabile per ritrovare quel terreno comune di funzionamento e di capacità di intervento che è necessario per affrontare nel miglior modo possibile le battaglie che ci attendono.
La bozza di regolamento si basa su quanto elaborato mesi fa da un gruppo di lavoro costituito dall’EN COBAS Scuola, ma poi non portato alla discussione dell’Assemblea Nazionale di Firenze di fine ottobre 2022. Il testo che segue è stato approvato all’unanimità dei voti espressi (2 astenuti) dall’Assemblea provinciale COBAS Scuola di Palermo mercoledì 18.1.2023.
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E’ convocata
L’ASSEMBLEA PROVINCIALE
ISCRITTI/E COBAS SCUOLA
mercoledì 18 gennaio 2023
ore 16.30 – 19.30
presso la sede Cobas in piazza Unità d’Italia 11, Palermo
Odg:
Discussione e delibera di una Proposta di Regolamento nazionale e di un documento politico- sindacale, elaborati da un gruppo di lavoro costituitosi all’interno dell’Esecutivo provinciale, da inviare a tutte le altre sedi Cobas d’Italia.
Tali documenti appena disponibili saranno scaricabili dal sito Cobasscuolapalermo.com
Si raccomanda la partecipazione di tutt* le/gli iscritt*.
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Come purtroppo avevamo anticipato nei nostri precedenti comunicati, e anche nella piattaforma dello sciopero del 2 dicembre, gli aumenti previsti dal nuovo CCNL sottoscritto da CGIL-CISL-UIL, SNALS, GILDA e ANIEF e conseguentemente anche gli arretrati per i 4 anni di ritardo dalla scadenza del CCNL 2018, non sembrano proprio quelli sbandierati da ministero e firmatari.
Tantissimi colleghi ci stanno contattando perché nella visualizzazione degli arretrati su NoiPA si ritrovano con centinaia di euro in meno rispetto alle tabelle diffuse dai sindacati firmatari di contratto.
Occorrerebbe chiedere ai firmatari di contratto perché hanno deciso di sottoscrivere un contratto-miseria, con un aumento medio netto di 50 euro al mese e arretrati ridicoli, che spesso per gli ultimi quattro anni si aggirano mediamente sui 1.100 euro netti: circa 60 euro per tutto il 2019, 150 per il 2020, 450 per il 2021 e 500 per il 2022.
In più (fonte NoiPA):
– i supplenti temporanei dovranno attendere non si capisce fino a quando;
– chi ha aderito al fondo Espero, cosa sconsigliata dai COBAS, vedrà decurtati arretrati e aumenti della percentuale da versare al fondo;
– per i periodi di sospensione gli arretrati non sono riconosciuti.
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Totale solidarietà dei COBAS Scuola ad Antonio Mazzeo
Antonio Mazzeo, docente e peace researcher, da sempre impegnato, personalmente e professionalmente, sui temi della pace, da anni osserva e denuncia l’invasività delle forze armate non solo per esercitazioni e installazioni militari, ma anche per l’autopromozione che svolgono all’interno delle nostre scuole pubbliche. Oggi è sottoposto a processo, per “diffamazione a mezzo stampa”, in qualità di autore dell’articolo pubblicato il 21 ottobre 2020 su alcune testate giornalistiche, dal titolo “A Messina Sindaco e Prefetto inviano l’esercito nelle scuole elementari e medie con il plauso dei Presidi”.
In effetti, Antonio Mazzeo aveva criticato la preside di un istituto comprensivo di Messina che, obbedendo a discutibili disposizioni anti-assembramento emanate da sindaco e prefetto in fase covid 19 – siamo all’ottobre 2020 – consentiva il posizionamento di militari della Brigata Aosta davanti all’ingresso della scuola primaria, con lo spavento dei bambini e le proteste dei genitori. Il quasi unanime sconcerto per i presìdi armati dell’Esercito in una scuola primaria convinse Prefettura e Comune di Messina a revocare d’urgenza il (presunto) ordine di invio e utilizzo dei militari a fini anti-assembramento. Così il giorno successivo, 22 ottobre, nella scuola di Paradiso si presentarono solo due vigili urbani, in moto e disarmati.
Nonostante tutto, la DS dell’istituto dichiarò alla stampa di condividere l’operato dei militari e la legittimità del provvedimento di “ordine pubblico”, ritenendo lesive della sua dignità le seguenti affermazioni di Antonio Mazzeo secondo cui la DS: “oltre a essere evidentemente anni luce distante dai modelli pedagogici e formativi che dovrebbero fare da fondamento della Scuola della Costituzione repubblicana (il ripudio della guerra e l’uso illegittimo della forza; l’insostituibilità della figura dell’insegnante e l’educare e il non reprimere, ecc.), si mostra ciecamente obbediente all’ennesimo Patto per la Sicurezza Urbana, del tutto arbitrario ed autoritario e che certamente non può e né deve bypassare i compiti e le responsabilità del personale docente in quella che è la promozione e gestione delle relazioni con i minori”.
Noi non solo esprimiamo totale solidarietà ad Antonio Mazzeo, ma lo ringraziamo per la difesa della scuola della Costituzione, soprattutto oggi dopo le gravi dichiarazioni del Presidente del Senato, promotore della cosiddetta “mini naja volontaria”, che prevede per i giovani una serie di incentivi come crediti per la carriera scolastica e per i concorsi pubblici. Ribadiamo, infine, che voci come quella di Antonio non potranno essere imbavagliate perché stanno a difesa della società civile e di quella parte di essa, gli studenti, che ha pieno diritto di svilupparsi libera dalla presenza militare.
Esecutivo nazionale COBAS Scuola
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I COBAS SCUOLA, nell’ambito dello sciopero generale e sociale indetto da tutto il sindacalismo di base, convocano lo sciopero dell’intera giornata del 2 dicembre 2022 del personale docente e Ata delle scuole di ogni ordine e grado per dire:
Nella giornata si svolgeranno in tutta Italia manifestazioni regionali e provinciali.
A PALERMO CONCENTRAMENTO E MANIFESTAZIONE ORE 9:00 PIAZZA VITTORIO EMANUELE ORLANDO (Tribunale)
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PIÙ ORGANICI ATA: COMINCIAMO DAL PERSONALE EX-COVID
Nei due anni di pandemia, al fine di garantire le misure di sicurezza (distanziamento, sanificazione, controllo degli ingressi, rilevazione della temperatura, ecc.) previste dai vari decreti anti-covid l’Amministrazione ha proceduto all’assunzione di nuovo personale scolastico (organico aggiuntivo COVID).
Questo personale ”aggiuntivo” si è rivelato da subito decisivo, non tanto per la gestione della pandemia nelle scuole, quanto per assicurare la ordinaria e regolare attività scolastica, mettendo a nudo la ormai pluriennale emergenza di carenza del personale ATA.
La fine dello stato di emergenza decretato dal governo Draghi, che ha lasciato questo personale aggiuntivo a casa in attesa di una chiamata per supplenza breve, ci restituisce una scuola pubblica nelle annose ed enormi difficoltà che conosciamo: scuole che non riescono ad assicurare i servizi essenziali di sorveglianza e pulizia per mancanza di collaboratori scolastici, insegnanti alle prese con classi troppo affollate, segreterie sottodimensionate che fanno fatica a espletare i servizi minimi. E ancora tempo pieno o prolungato che stentano a partire, attività didattiche che, pur essendo state programmate dai collegi docenti, non possono essere garantite se non imponendo turni che spesso superano anche le 10 ore continuative, mentre notoriamente il limite giornaliero è di 9 ore lavorative.
La situazione, se possibile, è ancora più grave in quelle province e in quegli istituti dove le scuole sono allocate in miriadi di plessi, a volte anche vetusti e spesso privi degli impianti di sicurezza e dove il rapporto popolazione studentesca-occupati è diverso che nel resto d’Italia.
È ORMAI IMPROCRASTINABILE ARGINARE QUESTA DEVASTANTE E INFINITA CARENZA DI ORGANICO: COMINCIAMO DAL RIPRISTINARE LE UNITÀ DI PERSONALE ATA IN SERVIZIO DURANTE L’EMERGENZA COVID
In Puglia, l’USR, in seguito alla mobilitazione dei Cobas, ha predisposto l’assunzione in deroga di alcuni collaboratori scolastici e il Consiglio Regionale ha approvato all’unanimità una delibera con cui si impegna a portare al tavolo della Conferenza Stato-Regioni il problema ed eventualmente dare una risposta alla carenza di personale con proprie risorse.
Cobas Scuola Lecce – Cobas Scuola Grosseto 30.11.2022
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In preparazione dello sciopero del 2 dicembre 2022 del personale docente e ATA nell’ambito dello sciopero generale e sociale indetto da tutto il sindacalismo di base
ASSEMBLEA CITTADINA
la scuola s’è destRa!
martedì 29 novembre ore 16.00-18.30
Fonderia Reale
piazzale Fonderia alla Cala, Palermo
Confronto tra docenti, ATA, studenti/esse, cittadini/e che hanno a cuore la scuola pubblica su:
1. PNRR come cambia la scuola
2. PCTO la scuola a servizio delle imprese
3. ISTRUZIONE E FORMAZIONE la scuola classista
4. CONTRATTO SCUOLA quali aumenti e quale merito
5. EMERGENZE E AUTORITARISMO nella scuola
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Il Giudice del Lavoro annulla un provvedimento disciplinare di sospensione di una docente irrogato da una Dirigente Scolastica
Il Giudice del Lavoro di Catania ha annullato il provvedimento disciplinare di sospensione di due giorni adottato nei confronti di una docente del Liceo Classico Cutelli-Salanitro di Catania, condannando l’Amministrazione resistente (Ministero dell’Istruzione) alla restituzione della retribuzione trattenuta e a rifondere le spese di lite.
I fatti.
All’insegnante era stato contestato di essersi arbitrariamente assentata dal servizio. In effetti, la docente aveva regolarmente richiesto di poter usufruire, come previsto dal CCNL vigente, di due giorni di permessi retribuiti per motivi familiari, individuati fra i giorni di ferie.
L’art. 15 del CCNL prevede infatti che: “Il dipendente, inoltre, ha diritto, a domanda, nell’anno scolastico, a tre giorni di permesso retribuito per motivi personali o familiari documentati anche mediante autocertificazione. Per gli stessi motivi e con le stesse modalità, sono fruiti i sei giorni di ferie durante i periodi di attività didattica di cui all’art. 13, comma 9, prescindendo dalle condizioni previste in tale norma”.
La Dirigente Scolastica del L.C. Cutelli – Salanitro aveva rifiutato la richiesta e, una volta che l’insegnante aveva comunque esercitato il proprio diritto, usufruendo dei due giorni di esonero dal servizio, aveva avviato un procedimento disciplinare, conclusosi con un provvedimento di sospensione.
Secondo il Giudice del Lavoro però, si è trattato di una ”misura illegittimamente applicata (in tal senso cfr. Cass. Civ., Sez. Lav, 17 giugno 2010. n. 14628: id. 11 ottobre 2016, n. 20429), allorquando la sanzione sia irrogata dal Dirigente e responsabile della struttura in luogo dell’U.P.D., e dunque sulla base di minori garanzie di terzietà, corrispondendo la figura di chi è preposto al dipendente e di chi giudica del medesimo in sede ammnistrativa”.
Ancora, “la competenza ad irrogare la sanzione della sospensione dal servizio è dell’Ufficio per i Procedimenti Disciplinari e non del Dirigente Scolastico”.
Due domande finali.
Per quale motivo, pur essendoci chiari pronunciamenti della Corte di Cassazione, una Dirigente Scolastica decide di non tenerne conto avviando un procedimento e prendendo provvedimenti quasi sicuramente destinati ad essere annullati dinanzi al tribunale del lavoro, determinando, anche, un esborso per l’Amministrazione?
Ma soprattutto, visto che si sta trattando sul nuovo CCNL, non è giunta l’ora di modificare un procedimento disciplinare, quello scolastico, che da un lato equipara il DS al datore di lavoro e dall’altro non prevede obbligatoriamente che si debba svolgere, di fronte a un terzo, un tentativo di conciliazione?
Cobas Scuola Catania
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MATERIALI DI DISCUSSIONE DEL CONVEGNO
CONVEGNO CESP: LA SCUOLA AL TEMPO DELLE PANDEMIE
Quasi tre anni di pandemia Covid hanno sottoposto la comunità scolastica a tante misure spesso complicate, a volte non comprensibili, calate dall’alto. Ne siamo usciti/e frastornati/e. Riteniamo che occorra una riflessione comune e pacata sulle misure, sulla loro efficacia e sulle conseguenze che hanno prodotto tra lavoratori e lavoratrici, tra alunni e alunne per ricostruire un clima di ascolto e fiducia reciproca in difesa del diritto alla salute e al lavoro. Insieme a una psicologa, una docente, un medico ed un avvocato che se ne sono occupati/e, proponiamo una discussione libera. (All’interno del modulo di iscrizione, raggiungibile QUI, è possibile formulare già delle domande rivolte ai relatori del convegno.)
IL MODELLO PER LA RICHIESTA DI ESONERO
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