L’interruzione che lo scorso 19 luglio ha colpito i sistemi informatici di mezzo mondo [Cina, Russia e tutti coloro che non utilizzano il software di sicurezza CrowdStrike per gli host Windows ne sono rimasti indenni] ha riportato alla ribalta dell’attenzione mondiale uno dei principali rischi della concentrazione nelle mani di pochissime aziende private del mercato mondiale dell’informatica, di cui anche i sistemi scolastici sono una parte non residuale della clientela, specialmente dopo la pandemia.
Sabato 16 marzo 2024 alle ore 17.00, presso la sede COBAS Scuola di piazza Unità d’Italia 11, a Palermo, presentiamo il libro GRAND HOTEL CORONDA. Racconti di prigionieri politici sotto la dittatura argentina, 1974-1979, scritto dal Collettivo El Periscopio.
Il giorno 3 marzo 2024 abbiamo consegnato – insieme ad altre associazioni e OO.SS. – al Garante per la privacy un reclamo contro la schedatura degli “alunni fragili” da parte di INVALSI. Di seguito il testo del reclamo
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AL GARANTE PER LA PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI piazza VENEZIA, 11 – 00187 ROMA
Reclamo ex art. 77 del Regolamento (Ue) 2016/679 e artt. da 140-bis a 143 del Codice in materia di protezione dei dati personali, recante disposizioni per l’adeguamento dell’ordinamento nazionale al Regolamento
In qualità di associazioni di insegnanti e genitori di alunni residenti in Italia e frequentanti la scuola pubblica italiana, sottoponiamo all’attenzione del Garante le seguenti circostanze, riguardanti il trattamento dei dati associati al nuovo indicatore di fragilità predisposto dall’INVALSI.
ANCHE GLI ISTITUTI TECNICI DI 4 ANNI + 2 RESTANO FERMI AL PALO
FAMIGLIE PIÙ LUNGIMIRANTI DEL GOVERNO MELONI
Il nuovo raffazzonato liceo, denominato come un marchio di origine di un paio di scarpe o di una cucina, il “Liceo del Made in Italy” è tecnicamente fallito. Solo 420 iscritti/e nelle 114 scuole autorizzate dal MIM – meno di 4 a scuola – di cui 17 in Sicilia [3 Agrigento, 2 Caltanissetta/Enna, 3 Catania, 3 Messina, 2 Siracusa, 2 Trapani, e solo 1 a Palermo e Ragusa]. Questo fallimento lo abbiamo auspicato e determinato in tutti i modi possibili. Non arriva, quindi, come una sorpresa.
Un approfondito dialogo sulla fondatezza del ricorso ai principi di “scientificità” e a presunte “evidenze empiriche” nel dibattito sull’istruzione e sulla valutazione scolastica; sulla legittimità dei riferimenti culturali (politico-filosofici) per sostenerne un radicale cambiamento, e sulle implicazioni conseguenti in merito alla relazione didattica.
“Auschwitz è fuori di noi, ma è intorno a noi. La peste si è spenta, ma l’infezione serpeggia.” Primo Levi
Perché la Giornata della Memoria 2024 sia utile anche a discutere degli odierni olocausti
Il 27 gennaio del 1945, giorno della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz da parte delle truppe sovietiche dell’Armata Rossa, fu un passo fondamentale per rivelare al mondo la tragedia dell’Olocausto, avvenuta durante la Seconda Guerra mondiale, conflitto scatenato dal nazifascismo e al quale si oppose uno schieramento mondiale antifascista, che provocò più di sessanta milioni di morti e si concluse con le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki.
Il primo novembre del 2005, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (con la risoluzione 60/7) decise che quella data avrebbe dovuto ricordare, a livello internazionale, la Shoah; nacque così il “Giorno della Memoria”.
È arrivata una nuova campagna di slogan basata sui dati OCSE-PISA riguardanti i livelli di apprendimento dell’italiano, la matematica e le scienze degli studenti italiani, confrontati con quelli degli studenti OCSE. Al centro di questa campagna, il sottinteso “le lamentele degli insegnanti sul decadimento dell’istruzione sono infondate, lo dicono i dati”.
Ora, a fronte di affermazioni apodittiche di persone che conoscono la scuola soprattutto dal punto di vista della propria carriera politica o accademica, andrebbero poste delle domande senza pretendere di avere necessariamente delle risposte:
Contro il patriarcato e una “educazione” securitaria nelle nostre scuole
Il governo non vuole sentire nominare la parola “patriarcato“, una parola precisa, l’unica in grado di dare profondità e spiegazione al problema dei femminicidi; non ne vuole sentire parlare perché si tratta di una parola rivoluzionaria, portatrice di una visione del mondo capace di rimetterlo in discussione.
Ma è solo da qui che si può partire, se veramente si vuole affrontare il fenomeno, nella consapevolezza che i percorsi di mutazione sono lenti, anche se possono conoscere improvvise impennate e accelerazioni, come fa ben sperare la disobbedienza di massa che studenti e studentesse hanno messo in atto rifiutando il cerimoniale minuto di silenzio chiesto dal ministro Valditara.
CONVEGNO “SCUOLA 4.0: Escludere i corpi per controllare il pensiero”
COMUNICATO DELL’ASSEMBLEA CONCLUSIVA
L’11 novembre presso il Liceo “Tasso” di Roma si è tenuto un Convegno dal titolo: “SCUOLA 4.0: Escludere i corpi per controllare il pensiero”.
Organizzato dall’Assemblea Scuola Pubblica (un’aggregazione nazionale spontanea di docenti e genitori) e dall’Associazione Nazionale Per la Scuola della Repubblica, l’evento ha suscitato un grande interesse tra i genitori e – soprattutto – tra gli insegnanti, facendo registrare un centinaio di partecipanti in presenza e circa 50 collegati da remoto, attraverso una piattaforma non-proprietaria.
Un successo, quello dell’iniziativa, che rappresenta un primo snodo del percorso che prende le mosse a maggio 2023, con il rifiuto del liceo “Pilo Albertelli” di Roma di utilizzare i fondi PNRR per la digitalizzazione della didattica.