PERSONALE ATA: vademecum di autodifesa

A conclusione di un ventennio in cui governi di centrodestra e centrosinistra, con il supporto determinante di Cgil-Cisl-Uil, hanno fatto a gara nel ridurre l’investimento nell’istruzione pubblica (oggi in Italia è meno del 9% della spesa complessiva mentre la media dei paesi “sviluppati” è del 13.3%), il taglio di 8 miliardi di euro in tre anni imposti dall’art. 64 della L. 133/2008, con 150 mila posti in meno di personale docente e Ata e la drastica riduzione dei finanziamenti per il funzionamento amministrativo e didattico e per le supplenze, sta devastando definitivamente la scuola pubblica che non riesce più a garantire neanche l’ordinario funzionamento degli istituti con conseguente richiesta alle famiglie di contributi sempre più onerosi.

Il personale Amministrativo Tecnico Ausiliario che presta servizio nelle Istituzioni Scolastiche è sicuramente quello più colpito dai cosiddetti processi “innovativi” portati avanti dai vari Governi che si sono succeduti negli ultimi vent’anni. Nelle fabbriche si chiama “ristrutturazione”, “costo del lavoro” e “globalizzazione dei mercati”, mentre per la Scuola Pubblica Statale si usano termini quali “innovazione”, “processi di riforma”, “revisione/taglio della spesa pubblica”. Con le dovute differenze, il risultato è lo stesso: perdita di posti, aumenti dei carichi di lavoro, stipendi “da fame”.

Perché un Vademecum?

(scaricalo qui e diffondilo)

Perché illegalità e azzeramento dei diritti sono i pilastri su cui si regge tutta l’operazione di smantellamento e privatizzazione della scuola pubblica, perché siamo convinti che solo dalle scuole può ripartire la lotta contro le misure decise dal Governo.

Se gli ATA e i docenti, decidono di non collaborare alla distruzione della scuola pubblica e di non tappare più le falle del sistema scolastico italiano, crollerà tutta l’impalcatura della finta riforma e non sarà più possibile nascondere il totale fallimento delle politiche scolastiche degli ultimi anni.

Diffondiamo questo vademecum nelle scuole: è necessario che colleghi e colleghe conoscano la normativa, i loro diritti ma, soprattutto, che inizino a contrastare (con atti assolutamente legittimi) l’arroganza di alcuni dirigenti scolastici.

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