La macchina del fango contro le/i docenti contrastive/i, talvolta, si INCEPPA
Archiviato il Procedimento Disciplinare contro l’RSU COBAS dell’IIS Moreschi di Milano
L’Ufficio Competente per i Procedimenti Disciplinari (UCPD), dell’Ambito Territoriale di Milano, ha archiviato un grave Procedimento Disciplinare attivato nei confronti della prof.ssa Francesca Bottigliero, docente ed RSU COBAS dell’IIS “Moreschi” di Milano.
Con il procedimento disciplinare, attivato su richiesta della Dirigente scolastica (sulla base di dichiarazioni provenienti da persone non presenti ai cosiddetti “fatti” contestati e, quindi “de relato”), veniva contestato alla docente di aver assunto una condotta contraria ai principi di correttezza e responsabilità inerenti alla funzione docente ed, inoltre, di aver utilizzato un linguaggio irrispettoso e denigratorio nei confronti di altri dipendenti e degli studenti.
Il “castello” accusatorio, assolutamente privo di alcun fondamento, e le infamanti accuse sono state spazzate via dalle risultanze probatorie dalle quali risulta, invece, che nessuna responsabilità disciplinare sia ascrivibile alla docente.
Nonostante la positiva conclusione della vicenda riteniamo, però, che subire un grave procedimento disciplinare per la sospensione dall’insegnamento sia, di per sé, una sanzione e, quindi, stigmatizziamo il comportamento dell’Amministrazione Scolastica che riteniamo non abbia preventivamente svolto una seria ed accurata istruttoria prima di contestare incredibili ed infamanti accuse dalle quali la collega è stata assurdamente costretta a discolparsi.
Riteniamo, invece, che le vere motivazioni della vicenda si possano rinvenire esclusivamente nel fatto che la nostra RSU viene ritenuta una docente scomoda e contrastiva (e tale pregiudizio è provato anche dagli atti dello stesso procedimento), che cerca di svolgere coscienziosamente ed eticamente la propria attività di insegnante, di rappresentante sindacale (RSU) e di componente del Consiglio d’Istituto.
Esprimiamo alla stimata collega la nostra più totale solidarietà per il suo lavoro e per aver dovuto subire questo incredibile procedimento disciplinare per la sospensione dall’insegnamento senza aver mai commesso alcun illecito disciplinare ed, anzi, avendo avuto nelle circostanze contestate un atteggiamento responsabile e professionalmente corretto.
La collega valuterà, ovviamente, come tutelare la propria onorabilità in tutte le sedi competenti.
Questo grave episodio si aggiunge ad una serie infinita di situazioni simili (aumentate a dismisura negli ultimi anni), e ciò è provato, purtroppo, da numerose vicende che hanno dell’incredibile e che sono dettate dall’unico scopo di zittire e annichilire, docenti e Ata scomodi e non disposti ad eseguire passivamente, e mettendole in discussione, decisioni prese dall’alto spesso palesemente in contrasto con la normativa vigente e, talvolta, addirittura con il buon senso.
Contro tali episodi, come in questo caso, bisogna tenacemente difendersi, reagire con fermezza e non arretrare di un passo, perché le nostre scuole devono continuare ad essere comunità educanti in cui deve essere garantita la libertà di esprimere le proprie opinioni, e la propria visione dell’educazione e dell’istruzione pubblica, e tale diritto/dovere deve essere quotidianamente esercitato e rivendicato.
In questo caso il tentativo è miseramente fallito e la macchina del fango si è inceppata.
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