PIÙ DI CENTOMILA “STRIKERS” NELLE PIAZZE DI 60 CITTÀ PER LO SCIOPERO SOCIALE

Parte in maniera eccellente la Coalizione dello sciopero sociale, in radicale opposizione alle politiche del governo Renzi e della UE, al Jobs Act, alla Legge di stabilità, al Piano-Scuola, allo Sfascia Italia.

Più di centomila “strikers” sociali per 24 ore nelle piazze, nelle strade, nei quartieri popolari, partendo dai luoghi di lavoro e di studio e dai territori di oltre 60 città (con le punte massime di partecipazione a Roma e a Napoli, 20 mila in corteo in entrambe) hanno decretato l’eccellente successo di una grande e originale Coalizione sociale, di un programma alternativo alla distruttiva austerità e di un metodo di lavoro massimamente democratico ed inclusivo.

Non è solo la quantità di partecipanti allo sciopero sociale a decretarne il successo oltre le migliori previsioni, quanto gli elementi di novità che tracciano un percorso fecondo per tutti/e quelli che si oppongono alle catastrofiche politiche economiche e sociali della UE e del governo Renzi.

Lo sciopero è stato deciso e articolato in un lungo lavoro di massa, assembleare, altamente inclusivo, paritario e senza gerarchie o egemonie, partendo dal presupposto che il frantumato fronte del lavoro e non-lavoro non può trovare unità e alleanze se non riconoscendo il ruolo paritario di tutti i settori sociali e delle aree organizzate disponibili, eliminando velleità egemoniche e settarismi di sorta.

Lo sciopero ha unito il lavoro dipendente “stabile” e precario, del pubblico impiego e del privato, con la presenza di tutte le tipologie del lavoro più indifeso, precario ma anche gratuito, e di quel piccolo lavoro autonomo, delle partite Iva e non solo, che subisce la crisi quanto il lavoro dipendente, e in piazza gli studenti medi e universitari erano presenti in massa, consapevoli del loro destino di apprendisti precari.

Inoltre, con una modalità senza precedenti nella storia degli scioperi in Italia e in Europa, abbiamo manifestato per l’intera giornata, da una mezzanotte all’altra, dando vita in tutta Italia a centinaia di iniziative di grande visibilità e ideando un modello, lo sciopero sociale di 24 ore, da cui non torneremo indietro.

Abbiamo protestato contro le distruttive politiche di austerità della UE e del governo Renzi, il Jobs Act e l’abolizione dell’art.18, la precarietà e le privatizzazioni, la legge di Stabilità e il Fiscal Compact, il blocco dei contratti nel PI, e la Legge Fornero, e richiesto un reddito minimo garantito, consistenti aumenti di salari e pensioni, significativi investimenti nei servizi pubblici fondamentali (scuola, sanità, trasporti ecc.) e nei Beni comuni, nel diritto alla casa.

In particolare studenti, docenti ed Ata hanno espresso il rifiuto del Piano Renzi, dei presidi-padroni, del Sistema di Valutazione con i grotteschi quiz Invalsi, della subordinazione delle scuole alle imprese, richiedendo l’assunzione di tutti i precari/e che lavorano da anni nella scuola, massicci investimenti per l’istruzione ed il recupero salariale per docenti ed Ata di quanto perso per la crisi e il blocco dei contratti, oltre all’immediato pensionamento dei Quota96.

Nei prossimi giorni la lotta proseguirà – a Roma davanti alle sedi parlamentari – contro il Jobs Act e la Legge di stabilità in discussione alla Camera e al Senato, mentre domenica 30 novembre a Napoli si svolgerà l’Assemblea nazionale dei Laboratori dello sciopero sociale, nella quale la Coalizione deciderà come proseguire e intensificare le mobilitazioni e come allargare e approfondire l’alleanza sociale che oggi è stata varata con grande successo nelle piazze italiane.

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