Pensare che la guerra possa scomparire è un’utopia

“[Pensare che la pace sia un’utopia] è un luogo comune. Se qualcuno avesse detto 200 anni fa ‘abolire la schiavitù è un’utopia’, beh, come risponderebbe adesso? L’utopia non è un’idea campata per aria o irraggiungibile, è semplicemente qualcosa che non è ancora successa. E allora il problema è quello di farne un progetto. Io credo che l’abolizione della guerra, come è stata l’abolizione della schiavitù, sia il più grande compito culturale che sta di fronte all’umanità. Anche perché nel frattempo la guerra è cambiata. Noi oggi viviamo in un pianeta che ha tutta la potenzialità tecnologica per autodistruggersi. E quindi, a maggior ragione, credo che l’abolizione della guerra sia una tappa fondamentale. Purtroppo questo concetto e questa sensibilità non appartengono ai potenti del mondo, ai politici del mondo. Spero che questo possa cambiare. Credo che quando alcuni grandi uomini come Einstein, come Russell, ponevano il problema in termini molto crudi, ‘Deve l’umanità rinunciare alla guerra oppure la guerra farà finire l’umanità?’, dicevano una cosa fondamentale, sacrosanta… e lo dicevano 60 anni fa. Ad oggi inascoltati. Spero chequalcuno cominci a riflettere su queste parole”, Gino Strada, aprile 2013.
“Io ho fiducia nelle leggi degli uomini. Nel breve corso della mia vita mi pare che abbiano progredito a vista d’occhio. Condannano oggi tante cose cattive che ieri sancivano. Oggi condannano la pena di morte, l’assolutismo, la monarchia, la censura, le colonie, il razzismo, l’inferiorità della donna, la prostituzione, il lavoro dei ragazzi. Onorano lo sciopero, i sindacati, i partiti”, Don Lorenzo Milani, Lettera ai giudici, 1965.