I diversi governi italiani che si sono succeduti negli ultimi anni hanno modificato, con singolare univocità politica, la scuola della Costituzione nella scuola-azienda disegnata dalla “buona scuola” renziana [l. n. 107/2015). Questa ha posto le basi dell’alternanza scuola-caserma favorita dai protocolli d’intesa interministeriali, il primo dei quali risale al 2014, volti a diffondere i “valori” militaristi attraverso il sistema pubblico dell’istruzione. Inoltre la nuova Fondazione per la Scuola Italiana creata dal ministro Valditara il 24 giugno 2024 è l’ultimo tassello dell’aziendalizzazione della scuola. Posizione preminente in questa nuova Fondazione ha la Leonardo SpA – che già è sponsor del “liceo digitale” di Roma e ultimamente attiva nella formazione professionale, con corsi gratuiti post-licenza media, della Città metropolitana di Roma Capitale, destinati ai ragazzi che non intendono o meglio non possono, seguire un percorso, liceo-università, molto più lungo e con un futuro a rischio disoccupazione molto più alto, soprattutto se messo in relazione alla classe sociale di provenienza.
Siamo di fronte a una scelta politica di ampio respiro messa in atto in modo tanto vasto e pervasivo da minare l’esistenza della scuola pubblica dettata dalla Costituzione italiana e da soppiantare il valore civile della pace affermato con particolare forza e chiarezza nell’articolo 11: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.
L’idea di guerra è resa agibile considerandola una lontana esigenza securitaria, e parlando di altro: di settori economici produttivi [l’industria bellica], di digitalizzazione e persino di tutela ambientale; oppure di opportunità di lavoro e di carriera, e si dà a tutto ciò la veste ideologica di “cultura della difesa” [come ha fatto il ministro Crosetto istituendo il 6 marzo 2023 il Comitato per lo sviluppo e la valorizzazione della cultura della difesa].



