Anche il Collegio dei docenti dell’IISS “Ettore Majorana” di Palermo, ha votato all’unanimità un documento già approvato da altre scuole contro la cultura della guerra e per la pace, lo pubblichiamo augurandoci che ancora altre scuole ne seguano l’esempio.
Riceviamo e pubblichiamo la mozione approvata all’unanimità dal Collegio dei docenti del Liceo “Danilo Dolci” di Palermo, con l’auspicio che tante altre scuole prendano la parola contro «il crescente rischio di normalizzazione di atteggiamenti discriminatori, razzisti o indifferenti di fronte alla sofferenza umana», sensibilizzando le comunità entro cui operano.
Il 31 maggio al porto di Civitavecchia, Stefano Bertoldi e Giuseppe Curcio, due attivisti dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università sono stati fermati, identificati e, pur essendo chiaro che non ci fosse alcun reato da poter contestare loro, sono stati portati in una caserma e trattenuti per ore.
Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta dell’ICS “Giuliana Saladino” di Palermo, con l’auspicio che tante altre scuole prendano la parola contro il genocidio del popolo palestinese, per sensibilizzare le comunità entro cui operano:
«il proibire una moltitudine di azioni…non è prevenire i delitti che ne possono nascere,ma… è un crearne di nuovi… e il più sicuro ma il più difficil mezzo di prevenire i delitti è il perfezionare l’educazione» Cesare Beccaria, Dei delitti e delle pene, 1764
Il cosiddetto Decreto Sicurezza è un intervento “simbolico” che, attraverso l’introduzione di almeno quattordici nuovi reati e l’inasprimento delle pene per almeno altri nove già esistenti, mostra la faccia feroce di un Governo che da un lato vuole rispondere con vuota propaganda alla pancia di una popolazione incattivita dal peggioramento generale delle proprie condizioni di vita e dall’altro criminalizza la marginalità sociale e le manifestazioni di dissenso, senza nessun incremento reale della sicurezza di cittadini e cittadine.
Il 20 gennaio 2025 la Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibili quattro quesiti referendari su tematiche legate al Jobs Act, alle tutele contrattuali dei lavoratori e agli infortuni sul lavoro. La Corte ha accettato anche un quinto referendum per ridurre da 10 a 5 anni i tempi di residenza legale continuativa in Italia degli stranieri per presentare la domanda di concessione della cittadinanza italiana. Invece, il quesito molto importante volto ad abrogare interamente la legge Calderoli, la riforma dell’Autonomia differenziata, è stato dichiarato inammissibile dalla Consulta.
Invitiamo a recarsi alle urne l’8 o il 9 giugno e votare SÌ ai cinque REFERENDUM