Le celebrazioni della storia militare fanno parte della storia del Paese, della Patria

Sì, ma la storia militare va affrontata con il metodo storico-critico, non in termini di propaganda. La celebrazione del centenario dell’Aeronautica militare (come accade in altre occasioni, come il 4 novembre o addirittura il 2 giugno) è stata un esempio di propaganda militare nelle scuole.
Cerimonie ufficiali, celebrazioni nelle scuole, mostre documentarie, eventi popolari e stand in piazza hanno intonato il solito motivo che mitizza l’Aeronautica militare: il fascino del volo, la bontà degli intenti patriottici, la modernità tecnologica, l’inventiva.
Ma la scuola deve essere luogo di riflessione e consapevolezza critica sui fatti storici. E i fatti storici sono i seguenti: nel 1911 un sottotenente pilota dei primi biplani italiani ad uso militare ebbe l’idea – primo al mondo – di gettare a mano quattro granate su accampamenti di truppe ottomane in Libia, durante la prima aggressione coloniale italiana. L’idea fu ritenuta apprezzabile [tanto più trattandosi di nemici “inferiori”, secondo l’ideologia razzista e coloniale del tempo] e sviluppata come tecnica bellica. Una tecnica bellica che il generale Giulio Douhet teorizzò nel suo libro Il dominio dell’aria [1921] avanzando la discutibile tesi secondo la quale l’obiettivo dei bombardamenti aerei dovevano essere non tanto le forze armate avversarie, ma soprattutto le popolazioni civili e le città densamente popolate allo scopo di demoralizzare il nemico – oggi una simile strategia si definirebbe terrorismo.
Questa dottrina fu messa in atto nell’autunno del 1936, nella Guerra Civile spagnola, quando l’Aviazione Legionaria [unità non ufficiale della Regia Aeronautica italiana] effettuò bombardamenti su Barcellona e sulla Catalogna, i primi bombardamenti in Europa contro i civili di una grande città militarmente indifesa. Il 26 aprile 1937, l’Aviazione Legionaria affiancò la Legione Condor [unità volontaria della tedesca Luftwaffe] nel bombardamento a tappeto della città basca di Guernica. E, come ha dimostrato la ricerca storica, la Regia Aeronautica in Etiopia e in Eritrea, su direttiva di Mussolini e ordini dei generali Graziani e Badoglio, sperimentò e fece abbondante uso delle armi chimiche con bombe a iprite fra il 1935
e il 1936 [cfr. Giorgio Rochat, L’impiego dei gas nella guerra d’Etiopia, in Angelo Del Boca, I gas di Mussolini. Il fascismo e la guerra d’Etiopia, Editori Riuniti, 2007].
Lo scarto fra retorica celebrativa e cruda realtà di morte insita nelle attività militari è stato però segnato dalla tragica fatalità dell’incidente occorso il 7 marzo 2023 a due aerei militari SIAI Marchetti U-208 del 60° Stormo di Guidonia che precipitano al suolo dopo una collisione in volo, con la conseguente morte dei due piloti. I velivoli sono periodicamente impiegati dal 60° Stormo per i Corsi di “Cultura Aeronautica” destinati a centinaia di studenti di tutta Italia. L’ultimo di questi corsi si era concluso una settimana prima a Forlì, con la partecipazione di 180 allievi degli Istituti superiori della provincia e prevedeva che gli studenti potessero volare come copiloti o passeggeri del velivolo SIAI U-208, a fianco degli istruttori.